TUTTI I RECORD (NEGATIVI) DELL’UNIBAS, UN ATENEO CHE SERVE A SE’ STESSO E NON AGLI STUDENTI

FOLLIA:  VOLT TORNERA’ NELLE PIAZZE CON UNA PROPOSTA DI RILANCIO CHE PREVEDE CORSI MIRATI E SOSTEGNO AGLI ISCRITTI

Agli universitari solo briciole

Su oltre 58 milioni di euro (l’ultimo consuntivo disponibile si riferisce all’anno 2021), la gran parte dei soldi del bilancio dell’Unibas finisce a docenti, ricercatori e altro personale: per la precisione, l’Unibas dà ai suoi dipendenti l’81,5% delle sue risorse (circa 47 milioni e mezzo), destinando al sostegno agli studenti appena il 4%. Una sproporzione, un record, che non ha uguali nelle altre università italiane, nelle quali i costi del personale si aggirano tra il 50 e il 60 %, e per il sostegno agli studenti si spende non meno del 10 %.

Borse di studio ed esoneri da bocciatura

L’Unibas, nonostante gli enormi finanziamenti da parte della Regione e da altri enti pubblici eroga borse di studio che sono tra le più basse d’Italia: mediamente 2.600 euro agli studenti meritevoli, a fronte dei 4.000 euro delle Marche, ad esempio. Ed anche per quanto riguarda l’esonero delle tasse il nostro ateneo è in fondo alla classifica, stabilendo una soglia Isee per l’esonero totale che è di 21.000 euro  (quasi ovunque varia da 23.000 a 26.000 euro, con punte di 30.000 euro).

Cercasi iscritti

Tra le regioni italiane, l’ateneo della Basilicata registra un numero di iscritti inferiore soltanto alla piccola Valle d’Aosta (appena 125 mila abitanti), nonostante i cospicui finanziamenti pubblici e in particolar modo da parte della Regione Basilicata (dalle tasse universitarie l’Unibas riceve circa il 15% degli introiti). Ciò, evidentemente, a causa dell’esiguo numero di studenti: appena mille immatricolati nell’anno accademico 2020-2021 e soltanto 6.298 iscritti: regioni più piccole – come l’Abruzzo o il Molise, per non parlare dell’Umbria – vantano una presenza ben più alta di studenti, spesso provenienti anche dall’estero.

I dati riportati si riferiscono a quelli forniti dal Dicastero dell’Università nell’anno 2018.

 REGIONEISCRITTI
20 VALLE D’AOSTA  1071
19 BASILICATA6661
18 MOLISE7179
17 TRENTINO A.A.20294
16 UMBRIA24264
15 CALABRIA27234
14 FRIULI V.G.30735
13 LIGURIA32382
12 MARCHE46773
11 ABRUZZO47135
10 SARDEGNA51860
PUGLIA80722
VENETO104320
SICILIA115804
TOSCANA116497
PIEMONTE118912
CAMPANIA128621
EMILIA ROMAGNA150240
LAZIO248127
LOMBARDIA283697
   

Lo studentato può attendere

Per quanto riguarda la città di Potenza, è di alcuni giorni fa la notizia dei 22 milioni di euro persi e che invece sarebbero dovuti servire alla realizzazione della nuova casa dello studente, in via Cavour: avrebbe permesso di ottenere 200 posti letto. Soldi che sono stati tolti dalle tasche degli studenti universitari della Basilicata e delle loro famiglie.

Una vicenda che fa il paio con quella dello studentato di Matera: l’ultimazione dei lavori della casa dello studente era prevista nell’ottobre 2014; ad oggi, dopo 9 anni, il secondo padiglione dell’ex ospedale è ancora un cantiere. L’ultimo ed ennesimo annuncio risale al 30 marzo scorso, allorché è stata pubblicata la gara d’appalto sui lavori per il completamento dello studentato.

Una regione con pochi laureati

Non è un caso se la nostra regione è agli ultimi posti nelle classifiche italiane ed europee. In Basilicata ha una laurea circa il 24% della popolazione tra i 25 e i 34 anni di età, mentre la media italiana è del 28,3% e quella europea del 41,2%.

Volt porta la proposta in piazza: corsi di laurea mirati e sostegno agli studenti

“Volt tornerà nella piazze della Basilicata chiedendo ai lucani di sostenere la propria proposta di rilancio – afferma il coordinatore lucano Eustachio Follia -. Chiediamo l’istituzione di nuovi corsi di laurea basati su quattro filiere della formazione sulle quali investire per valorizzare la capacità attrattiva della Basilicata e creare una vero ecosistema universitario, che abbia ricadute positive sul territorio e sul mondo produttivo: Salute e benessere, Trasformazione digitale, Turismo, Educazione e cultura. Corsi di laurea che andrebbero ad aggiungersi e ad armonizzarsi con i 35 già attivati (29 sono quelli già istituiti nel Polo di Potenza e 6 in quello di Matera) anche attraverso un riequilibrio nella distribuzione che tenga conto della vocazione dei territori della regione”. 

Secondo il coordinatore di Volt, “la Basilicata inoltre, deve puntare su corsi di laurea condivisi, progettati tra più atenei, aventi come parole d’ordine: internazionalizzazione e legame con il territorio. Perché questa è la cifra che più caratterizzerà gli anni accademici nella didattica a venire, insieme alla contaminazione tra le discipline. Già ora, gli Atenei del Nord, in particolare, guardano all’Europa, stringendo alleanze che prevedono l’istituzione di corsi di laurea che coinvolgono università di città e Paesi diversi”.

“Relativamente alle borse di studio – aggiunge Follia -, una quota dei fondi del Piano Diritto allo Studio destinati agli studenti meritevoli per intraprendere master e programmi di specializzazione post-laurea sia vincolata all’obbligo per gli studenti beneficiari di rispondere ad offerte professionali provenienti da istituzioni e aziende della Basilicata. In attesa di una riorganizzazione strutturale, sono necessarie misure serie di incentivi e agevolazioni per contenere l’immigrazione universitaria e incentivare il ritorno in Basilicata degli studenti iscritti agli atenei fuori regione”.

Matera, 15 giugno 2023